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Il significato originale della parola latina habitat è "dove egli abita", normalmente si utilizza per indicare un territorio con particolari condizioni ambientali favorevoli alla vita. Queste immagini, scattate in un contesto di estremo degrado, miseria, guerra e fame in diverse aree di tre continenti - Europa - Asia - Africa - testimoniano una condizione umana comune a milioni di persone che vivono in luoghi e contesti divenuti tanto invivibili quanto inaccettabili. Una condizione umana determinata da politiche, interessi economici, speculazioni, sfruttamento indiscriminato delle risorse, guerre e dinamiche sociali di cui noi tutti siamo responsabili. Ne siamo responsabili perché siamo parte di quell' 11% della popolazione mondiale che consuma l'88% delle risorse del pianeta. Le immagini raccontano habitat che non offrono le condizioni minime per garantire la dignità della vita, raccontano sguardi spenti di esseri umani senza voce, ultimi tra gli ultimi, persone che subiscono quotidianamente ogni tipo di privazione e di violenza ma capaci di donare ancora la forza di un sorriso. Esseri umani che, forse, non hanno piena coscienza della disperazione, solo perché non sanno nemmeno cos'è la speranza. Esistenze private delle proprie radici, della propria cultura, della propria identità, esistenze private dei più elementari diritti umani.
Al di là di ogni intervento politico, militare o umanitario, ora spetta a noi, spetta alla sensibilità di ognuno acquisire maggiore consapevolezza, un passo importante per poter agire, cercando il proprio percorso per contribuire alla costruzione di un presente migliore che restituisca ad ogni uomo il diritto ad avere un futuro.
- Stefano Borlandi -
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